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Sentiero dell'Arte, Val Vogna alta via dei Walser (Riva Valdobbia)



Descrizione:
Molti sono gli itinerari che si sviluppano in Valle Vogna. Quello denominato “Alta via dei Walser” tocca le frazioni alte della valle e permette conoscere più da vicino la storia della colonizzazione vallesana di questo territorio e la splendida archittettura delle case. Il percorso è compreso fra quelli selezionati come “Sentieri dell’arte” dalla commissione Montagna antica, montagna da salvare del CAI, sezione di Varallo. La strada carrozzabile permette di lasciare comodamente la macchina alla frazione Cà d’Janzo (1354 m.) dove l'albergo Pensione Alpina, che ospitò nel 1898 la Regina Margherita di Savoia, è stato ristrutturato e riaperto con il nome Villa della Regina. Da qui parte il sentiero n.10 che in mezz’ora porta a Selveglio (1536 m.). La frazione faceva parte, con Cà d’Janzo e Oro, di uno dei cantoni più popolosi della Valle Vogna, ora è costituita da una quindicina di grandi case in stile walser abitate solo saltuariamente nella bella stagione. Si lascia il segnavia n.10 che sale a Cima Mutta e si prosegue per il sentiero in piano verso Oro (1500 m.). Il piccolo abitato ospita l’oratorio dedicato a San Lorenzo, belle case in fase di ristrutturazione e un raro edificio sospeso su colonnine di legno ("funghi") destinato al ricovero di prodotti deperibili. La sua particolare struttura assicurava i prodotti dall'umidità e dai topi. Proseguendo si giunge a Cà Vescovo il cui nome forse deriva dal fatto che qui vi fosse la casa dell'amministratore locale delle proprietà del vescovo di Novara. Al crocevia di due sentieri troviamo Rabernardo (1570 m.), una delle frazioni più grandi con la bella cappella dedicata alla Madonna della neve e il museo etnografico allestito all'interno di una casa walser del 1640 dal proprietario cav. Carlo Locca. Sempre in piano, il sentiero accompagna fino a Cambiavetto, (1499 m.) ora sole quattro case, prima frazione ad aver risentito dello spopolamento. Imboccando il sentiero alto si arriva alle Piane, bella frazione divisa in due agglomerati (Piane di sopra e Piane di sotto) è ancora abitata stabilmente tutto l'anno da circa 10 persone. Interessante una casa con tetto alla savoiarda. Lentamente si scende fino alla frazione Peccia adagiata su un pianoro. Anch'essa divisa in due parti che prendono il nome una dalla cappella dedicata a San Nicolao e l'altra dall'oratorio di San Grato. La Peccia fu fondata agli inizi del ‘300 da coloni provenienti da Gressoney (Verdoby), luogo con cui continuò ad avere rapporti di scambio nel corso dei secoli. Nel 1630 conobbe anche il contagio della peste che causò morti in tutta la valle. Da qui si scende per la strada sterrata compiendo un percorso ad anello che riporterà a Cà d'Janzo. Il percorso è agevole e in poco tempo compaiono le case di Sant'Antonio. Qui troviamo l'omonimo oratorio secentesco, un forno del pane ristrutturato e il rifugio Val Vogna posto tappa della Grande Traversata delle Alpi. L'edificio era in passato sede delle scuole e abitazione del cappellano. Lasciata Sant’Antonio si toccano le piccole frazioni raggiunte dalla strada che hanno conservato tutte le caratteristiche architettoniche walser: Cà Verno, Cà Morca, Sul Sasso, Cà Piacentino e nuovamente Cà d'Janzo.