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Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo (Rimella)

Indirizzo: Fraz. Chiesa


Descrizione:
In un documento del 1389-92 viene citato un presbiter S. Michelis de Ramella; è questa la prima attestazione documentaria dell’esistenza di una chiesa a Rimella. Nel 1431 è citato il cimitero, ma la chiesa compare esplicitamente per la prima volta in un documento del 1517. Un nuovo edificio fu costruito nel 1528 e negli atti di vista del 1590 la chiesa è detta recenter ampliata. Altri interventi si susseguirono negli anni immediatamente seguenti a completamento della ricostruzione e il nuovo edificio fu consacrato dal vescovo Bescapè il 18 settembre del 1599. La tipologia è quella gotica delle prime chiese valsesiane, a navata unica, tetto a due spioventi sostenuto da archi a sesto acuto e col presbiterio semiottagonale con volta a ombrello. Nel 1650 fu eretto l’altare dedicato a S. Rocco e vicino all’ingresso venne posto il ricco battistero, dove l’edicola soprastante il vaso presenta ricchi pannelli in legno, dipinti e dorati con la storia di San Giovanni Battista (lavoro attribuito ad Antonio Fontana autore, qualche anno più tardi, della bella ancona colla statua di san Giovanni Battista). Il Settecento artistico valsesiano fu caratterizzato dalla presenza di un gran numero di chiese, o erette ex novo, o ricostruite con particolare eleganza architettonica, ricchezza di stucchi, splendore di affreschi e raffinatezza di arredi. Anche Rimella provvederà ad adeguarsi riedificando la sua antica chiesa parrocchiale, che sarà una delle più tarde, ma anche una delle più imponenti e ammirevoli di tutta la valle e che viene considerata il risultato architettonicamente più convincente raggiunto dai costruttori valsesiani. Riedificata tra il 1777 e l’80, la Chiesa parrocchiale di Rimella fu consacrata il 5 luglio 1788 dal vescovo Balbis Bertone che nell’omelia “… la distinse con il nome di basilica” . La chiesa venne eretta su committenza del prevosto don Domenico Antonio Tosseri, che ne curò anche parte della decorazione. Prima però di dare inizio all’opera, eresse l’oratorio della confraternita, addossato all’abside della parrocchia, per potervi officiare. Quindi fece abbattere la vecchia chiesa cinquecentesca, di capienza insufficiente in rapporto alla cresciuta popolazione e che versava in cattive condizioni, e diede inizio alla nuova. Il modello della chiesa, che riprende i moduli iuvarriani della parrocchiale di Campertogno per l’analogia dello schema planimetrico e di quella di Grignasco per lo spazio della navata che si dilata nelle quattro cappelle laterali, è stato realizzato dal capomastro di Rossa Giuseppe Tamiotti che ne curò la costruzione con l’apporto specialistico di alcuni suoi conterranei per gli stucchi interni. All’interno è diffuso l’uso dei marmi nel presbiterio e nel coro, nelle balaustre dell’altare maggiore e dei quattro altari laterali. Le murature sono rifinite a stucco e dipinte e vi spiccano gli affreschi del Dedominici nel coro, di Lorenzo Peracino nella cappella di San Rocco e del pittore Gambini. Essa conserva nei quattro altari le precedenti dedicazioni: a san Giovanni Battista, alla Madonna del Rosario, e a san Rocco, decorata con affreschi eseguiti nel 1784 dal Peracino e dove nel 1790 sarà collocata l’urna contenente le reliquie di santa Gioconda martire portate qui da Roma. La quarta cappella sarà dedicata alla Madonna del Carmine . Scompaiono così le antiche dedicazioni a san Teodoro e a san Giulio, retaggio delle origini vallesane degli antichi rimellesi che qui eressero la loro prima chiesa. Nei primi anni dell’800 alcune famiglie rimellesi donarono la pala per l’altare maggiore opera di Giuseppe Mazzola, datata 1814 e già esposta a Milano alla pinacoteca di Brera: purtroppo l’originale è andato perduto e ne rimane solo un frammento esposto attualmente nel Museo G. B. Filippa. Quella che oggi vediamo è la sua copia fedele eseguita dal rimellese Gaudenzio Dago nel 1852. Ai lati del presbiterio si trovano due grandi quadri, San Michele sul monte Gargano e l’Ascensione, dei fratelli Michele e Francesco Cusa, pittori di origine rimellese. Gli stalli del coro, fra i più interessanti della valle per la ricchezza di sculture ed intagli, sono già descritti nell’inventario del 1733. Nel 1862 la chiesa fu dotata di un organo costruito dai F.lli Mentasti di Novara, recentemente restaurato.